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Basilica dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza

La Basilica dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza: giorni e orari di apertura, l'architettura, le opere d'arte, la storia, le informazioni utili per arrivare e per la visita al monumento.

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Basilica dei Santi Felice e Fortunato VicenzaBasilica dei Santi Felice e Fortunato - Corso Ss. Felice e Fortunato, 219 - Vicenza

(Foto: Basilica dei Santi Felice e Fortunato (Vicenza) - Facade, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

Basilica dei Santi Felice e Fortunato di Vicenza

La Basilica dei Santi Felice e Fortunato si trova in Corso dei S.S. Felice e Fortunato, non distante dalla Stazione ferroviaria e a circa 1 Km a ovest del centro di Vicenza. L'edificio è intitolato ai martiri vicentini Felice e Fortunato uccisi ad Aquileia durante le persecuzioni di Diocleziano all’inizio del IV secolo.

Il primo edificio di culto sorse in questo luogo in seguito all'editto di Costantino (313) su un'area già interessata dall'attività di sepoltura; ma con l'arrivo delle spoglie di Felice da Aquileia verso la fine del IV secolo si decise la costruzione di una basilica a tre navate di dimensioni 45 x 22 metri. La chiesa fu costruita ispirandosi alle basiliche della città di Milano. Nel 899 fu quasi totalmente distrutta dagli Ungari che invasero l'Italia.
Riscostruita nel X secolo e affidata ai monaci benedettini la Basilica fu poi danneggiata dal terremoto di Verona del 3 gennaio 1117; la ricostruzione portò all'attuale aspetto della Basilica.

Tra le opere conservate al suo interno la Stele dei Magi (V sec.) e mosaici paleocristiani del Martyrion (V sec.).

Architettura della Basilica dei Santi Felice e Fortunato di Vicenza

Interno della Basilica dei Santi Felice e Fortunato di VicenzaInterno della Basilica dei Santi Felice e Fortunato - Corso Ss. Felice e Fortunato, 219 - Vicenza

(Foto: Basilica dei Santi Felice e Fortunato (Vicenza) - Facade, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

L'aspetto esteriore dell'edificio si deve alla ricostruzione in stile romanico della seconda metà del X secolo in seguito alla distruzione del precedente tempio cristiano (V sec.) per mano degli Ungari (899).

La facciata è in mattoni e presenta copertura a salienti che suggerisce la tripartizione dello spazio interno. Anc'hessa tripartita da lesene strette e snelle la facciata presenta in ogni settore un portale con arco a tutto sesto, ma solo il sinistro rimane originale. Il portale centrale, di maggiori dimensioni, è fiancheggiato da colonnine tortili e presenta una cornice in marmo bianco e rosso e architrave che reca la data del 1154 e il nome del costruttore: Pietro Veneto. Il settore centrale risulta anch'esso tripartito da lesene ancora più snelle che consentono di ottenre uno spazio superiore all'architrave in cui s'innesta l'oculo con profonda strombatura.

La lunetta presenta inferiormente una cornice con incisioni in stile bizantino e superiormente - nello spazio sottostante l'architrave - tracce di affresco sul tema della Resurrezione dei morti (prima metà XI sec.) mentre ai lati del portale due lapidi in lingua latina ricordano gli interventi del 1425 e "in meliorem formam" del 1674. Rimane anche un'epigrafe medievale con un'iscrizione in francese antico (XIII secolo) sulla parte sinistra della facciata.

Il timpano è impreziosito colonnine in pietra, appoggiate a lesene, con coppie di archi superiormente che nell'insieme formano una cornice suddivisa in otto settori.

L'esterno si completa con la presenza del bel campanile e del Martyrion, una cappella edificata nel IV secolo con lo scopo di accogliere le reliquie dei santi ai quali è intitolata la basilica.

L'interno - a tre navate suddivise da due serie di colonne in marmo che formano nove archi - è quasi spoglio e presenta un soffitto ligneo a capriata.
Il pavimento conserva un’ampia porzione di tappeto musivo risalente alla metà del IV secolo e appartenente al primo edificio di culto. Su alcuni pannelli si possono leggere le iscrizioni con i nomi dei committenti romani (Leontius et Mariniana, Carpi et Penetia, Splendonius et Justina, Felix cum Toribius et Immola).

Storia della Basilica dei Santi Felice e Fortunato

Il primo edificio di culto sorse in questo luogo in seguito all'editto di Costantino (313) che sancì la libertà di culto cristiana definitiva e l'adesione ufficiale al Cristianesimo dell'Impero Romano. L'area era già interessata dall'attività di sepoltura in epoca precedente; infatti numerose tombe hanno restituito steli ed iscrizioni, monete ed oggetti di varia natura. Una fascia di marmo rosso all'interno della chiesa attuale definisce ciò che rimane dell'antico luogo di culto paleocristiano. Di questo tempio si conserva un’ampia porzione di tappeto musivo risalente alla metà del IV secolo.

Ma con l'arrivo delle spoglie di Felice da Aquileia verso la fine del IV secolo la chiesa conobbe una popolarità inaspettata che la rese inadeguata all'accoglimento di una tale moltitudine di fedeli; quindi si decise la costruzione di una basilica a tre navate di dimensioni 45 x 22 metri. A questa si aggiungeva un nartece e un quadriportico di dimensioni quasi uguali destinati ad accogliere i tanti pellegrini in visita.

La chiesa, nelle sue proporzioni attuali, quindi fu costruita a partire dal V secolo ispirandosi alle basiliche della città di Milano e non subì particolari interventi per tutto l'arco dell'Alto Medioevo fino al 899, anno della sua quasi totale distruzione ad opera degli Ungari che invasero l'Italia.

Riscostruita nel X secolo e affidata ai monaci benedettini la Basilica dei Santi Felice e Fortunato fu poi ancora gravemente danneggiata dal terremoto di Verona del 3 gennaio 1117; la ricostruzione fu immediata e con l'occasione si aggiunse la cripta semicircolare. È a questa ricostruzione che si deve l'attuale aspetto della Basilica.

Infatti nulla resta delle costruzioni trecentesche - tra le quali anche un chiostro - e dei successivi
rimaneggiamenti a seguito della Controriforma che dettò, oltre a canoni e dogmi religiosi, anche corrispettivi linguaggi architettonici. Le successive aggiunte barocche permasero fino ad epoca recente quando furono eliminate restituendo alla basilica la sua armonia e sobria eleganza, propria dello stile romanico che l'edificio aveva conseguito con la riedificazione dopo il terremoto di Verona.

Opere custodite nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato

– Stele dei Magi (V sec.)
– Mosaici paleocristiani del Martyrion (V sec.)

Curiosità della Basilica dei Santi Felice e Fortunato

Internamente si vede una striscia di marmo rossa sul pavimento: marca il perimetro della prima chiesa che aveva un'unica navata di 24 x 16,5 metri.

Informazioni per la visita alla Basilica dei Santi Felice e Fortunato

Stile: Paleo Romanico, Romanico.
Edificazione: IV-X secolo.
Orari: dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
Biglietti: ingresso libero.
Telefono: +39.0444.547246
E-mail: non disponibile.
Sito web: non disponibile.

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